Ancient Appia landscapes

Ancient Appia Landscapes

Risale al dicembre 2016 l’ideazione di un vino in collaborazione con Ancient Appia Landscapes, progetto dell’Università degli Studi di Salerno: il “Ponterotto Aglianico dell’Appia” prodotto dal vitigno Aglianico Dop Sannio, risultato di un efficace connubio tra ricerca scientifica ed imprese locali, i cui proventi, in forme percentuali, già da qualche anno vanno a finanziare le attività di ricerca sulla Via Appia.

La Via Appia era un’antica strada romana che prese il nome dal suo costruttore, il censore Appio Claudio Cieco, iniziata nel 312 a.C. , nel pieno svolgimento della seconda guerra sannitica, copriva una distanza di 365 miglia circa, pari a 530 km.

L’idea nacque dalla necessità di raggiungere il più rapidamente possibile Capua, centro nevralgico per le operazioni militari e importantissimo snodo stradale dell’Italia meridionale.

Con il procedere delle conquiste e la fondazione di nuove colonie più a Sud, la via Appia fu prolungata per tratti e tappe successive fino a raggiungere il porto di Brindisi.

La Via Appia attraversava la città di Benevento per circa un miglio, il decumanus maximus, corrispondente all’attuale Corso Garibaldi e usciva, dirigendosi verso SE, e attraversando i Casali di S. Vito e di S. Cumano, nei cui pressi doveva trovarsi la statio di Nuceriola o Nueriola, raggiungeva il Ponte Appiano sul Calore posto a circa 10 miglia romane da Benevento e a 5 da Aeclanum. Questo tragitto consentiva il superamento dell’alveo del fiume Calore, la cui portata d’acqua doveva essere ben maggiore rispetto a quella attuale, e di penetrare in territorio eclanese.

Il progetto Ancient Appia Landscapes

Ancient Appia Landscapes nasce nel 2011, nell’ambito di una convenzione stipulata tra la Soprintendenza Archeologia della Campania e il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno, con la volontà di affrontare in modo organico lo sviluppo del tracciato della Via Appia a sud di Benevento, inserendolo in un più ampio programma di ricostruzione dei paesaggi antichi.

Il progetto di ricerca, coordinato dal Prof. Alfonso Santoriello, docente di Metodologia delle Ricerca Archeologica e Archeologia dei Paesaggi all’Università degli Studi di Salerno, si pone l’obiettivo di verificare sul terreno i segni e le tracce archeologiche che hanno prodotto una serie di ipotesi e ricostruzioni, andando a ricomporre non solo il tracciato della strada, ma anche un contesto più vasto, dove possano essere messe in valore le dinamiche insediative e le caratteristiche ambientali nel loro complesso, dando forma e vita ai paesaggi del passato intesi come interazione dell’uomo con l’ambiente.

Nonostante la Via Appia sia spesso citata in letteratura e sia ben nota la sua importanza nel sistema di comunicazione dell’Italia meridionale, le fonti risultano essere piuttosto imprecise in merito al tratto in uscita da Benevento verso la Puglia. In particolar modo, appare del tutto trascurato il percorso collocato tra Beneventum e il Ponte Rotto (o Ponte Appiano) nel comune di Apice, lì dove andrebbe collocata una statio, citata dagli Itineraria antichi, ma mai interessato da indagini archeologiche sistematiche.

Sulla base dei dati raccolti nel corso delle campagne di indagine è stato possibile ipotizzare il tracciato dell’Appia attraverso il riconoscimento di alcuni tratti, sia in forma fossile, sia come sopravvivenza nella viabilità ordinaria e in particolar modo con l’individuazione di due siti per i quali non sembra azzardato identificare con i toponimi menzionati nella Tabula Peutingeriana, Ad Calorem, sulla base di una anomala quantità di materiali distribuiti in un’area circoscritta, nei pressi di Ponte Rotto, e Nuceriola in località Masseria Grasso nel comune di Benevento.

L’area restituisce anche manufatti associabili a sepolture e luoghi di culto già a partire dalla metà del IV sec. a.C., ed è stato portato alla luce un percorso stradale con estensione indagata di 14 m ed una ampiezza complessiva di circa 19 pedes (5,6 m). I livelli di frequentazione più antichi datano l’inizio dell’infrastruttura tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a. C. o più verosimilmente in connessione con la fondazione della colonia latina Beneventum (268 a. C.). La successione stratigrafica di livelli di terreno, che testimoniano interventi di manutenzione reiterati almeno fino in età tardo antica, ne documentano la continuità d’uso nel tempo.

È stata inoltre indagata una superficie occupata da un’area produttiva, articolata per ambienti e zone di lavorazione di cui si conservano almeno due fornaci (quasi certa la presenza di una terza). Attraverso lo studio dei materiali restituiti dagli strati asportati, tra i quali un elevato numero di frammenti e forme ricostruibili per intero di ceramica a pareti sottili, nonché di manufatti e elementi con evidenti difetti di cottura o scarti di lavorazione, si è rafforzata l’interpretazione di una attività di produzione ceramica nell’area tra l’età augusteo-tiberiana e la metà del I sec. d.C.

Gli obiettivi di Ancient Appia Landscapes

Oltre agli aspetti strettamente scientifici finalizzati alla definizione del tracciato viario, il progetto si pone come obiettivi primari la promozione e la condivisione della conoscenza, finalizzate alla valorizzazione delle risorse culturali ed economiche, nonché alla ricostruzione del paesaggio agrario antico del territorio interessato dal passaggio dell’Appia.